Comunicati stampa
IBM investe nel Cloud in Italia e accelera la trasformazione digitale
Milano - 16 giu 2015: Sostenere l’innovazione del sistema Paese offrendo al suo tessuto economico un modello di utilizzo della tecnologia in linea con le esigenze dell’era digitale: è questo, in sintesi, l’obiettivo assegnato al nuovo data center per il cloud, basato su infrastruttura SoftLayer, inaugurato oggi da IBM sul territorio di Cornaredo-Settimo. Con una capienza di 11mila server, una potenza di 2,8 megawatt e, nel complesso, caratteristiche tecniche al vertice della categoria, la struttura milanese si aggiunge a quelle europee di Londra, Parigi, Francoforte Amsterdam e Almere entrando così a far parte di una rete globale di oltre 40 centri gemelli. Per lo sviluppo del network, nel 2014 IBM ha messo a disposizione 1,2 miliardi di dollari.
“Il data center - afferma Nicola Ciniero, presidente e amministratore delegato di IBM Italia - rappresenta l’investimento finanziario e tecnologico di una multinazionale che ha fiducia nelle potenzialità del Paese e che vuole favorire l’aggregazione di un intero ecosistema di cui l’innovazione ha bisogno”.
“Che si tratti di pubblica amministrazione con i suoi servizi a imprese e cittadini o di industrie d’ogni settore, oggi il problema non è più solo il contenimento di costi.
Le sfide e le opportunità - continua Ciniero - vengono dalla trasformazione digitale in cui a dominare sono i dati: e qui occorrono competenze per il ridisegno della strategia, strumenti di analytics, applicazioni nelle aree del mobile e del social”.
“Per concezione e caratteristiche - conclude Ciniero - la struttura che ora mettiamo a disposizione dell’intero ecosistema servirà proprio ad abilitare nuovi modelli di business per la competitività e la crescita, favorendo nel contempo la loro internazionalizzazione”.
Il mercato italiano del cloud dà segnali di grande vitalità. Per l’Osservatorio Cloud & ICT As a Service del Politecnico di Milano, il 2014 ha registrato una crescita del 31% rispetto ai dodici mesi precedenti con una spesa totale di oltre 1,18 miliardi di euro. Sul tavolo di chi decide, la questione non è più se ricorrervi ma con quali modalità farlo.
“Per IBM - dichiara Maurizio Ragusa, Cloud Director di IBM Italia - la risposta sta nella formula ibrida che permette alle aziende pubbliche e private di proteggere gli investimenti pregressi, continuando a gestire le proprie infrastrutture in integrazione con quanto ormai nasce nel cloud. Proprio come si trattasse di un unico ambiente, da cui ottenere flessibilità di utilizzo rispettando sicurezza e qualità del servizio”.
“Grazie al cloud Softlayer - prosegue Ragusa - le organizzazioni avranno accesso a un’ampia rete di data center, un vero e proprio campus globale ramificato in tutti i continenti e interconnesso a 40 Gbps.
Se poi si tiene conto che su SoftLayer girano piattaforme di sviluppo come Bluemix, e che queste offrono a startup e partner la possibilità di creare applicazioni senza preoccuparsi di tutto il resto, si capisce perché il nuovo data center sia considerato come uno strumento utile al capitale intellettuale di questo Paese. Un aspetto, non da poco, che ci rende particolarmente orgogliosi”.
L’impegno di IBM nell’area del cloud è fatto di numeri importanti: dei 7534 brevetti con i quali l’azienda ha stabilito il record 2014 per il 22° anno consecutivo, 1560 appartengono a quest’area. Quest’anno, IBM ha già investito 4 miliardi di dollari nelle aree strategiche che, oltre al cloud, comprendono analytics, mobile, social e sicurezza. L’ultima acquisizione è di pochi giorni fa e porta il nome di Blue Box.
Alla piattaforma cloud di IBM si affidano 30mila clienti in tutto il mondo, comprese 47 delle aziende al vertice della classifica Fortune 500.
Nel primo trimestre 2015, il fatturato cloud di IBM ha registrato una crescita del 75% rispetto allo stesso periodo di dodici mesi prima. Nel 2014, il giro d’affari nel settore si è attestato a 7 miliardi di dollari. Risultati che giustificano le analisi di società come Sinergy Research che posizionano IBM al vertice del cloud ibrido.