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Come accelerare la ricerca per far fronte ai cambiamenti climatici
By Luca Lo Presti |
maggio 05, 2022

Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite impegnato nella ricerca scientifica in relazione...

Secondo il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC), l’organismo delle Nazioni Unite impegnato nella ricerca scientifica in relazione ai cambiamenti climatici, entro il 2050 l’area del Mediterraneo potrebbe dover affrontare una combinazione di fenomeni meteorologici, tra cui aumento della siccità e dell’aridità, diminuzione delle precipitazioni, aumento degli incendi, diminuzione della copertura nevosa e della velocità del vento e aumento della temperatura di 2°C e oltre. Si tratta di eventi sempre più frequenti e di forte impatto: per questo, scienziati e innovatori sono ormai in prima linea per trovare soluzioni che consentano di raggiungere gli obiettivi di mitigazione e adattamento al cambiamento, mentre imprenditori e CEO sono sempre più coscienti del proprio ruolo via via che le aziende diventano una componente essenziale in questa equazione.

Tali sfide non possono essere risolte con metodi antiquati: è importante agire da subito e lavorare insieme per accelerare il progresso scientifico facendo leva sulle metodologie e tecnologie più innovative, come AI, Robotica, Quantum Computing, High Performance Computing (HPC) e su un approccio basato su Cloud Ibrido, in grado di valutare e interpretare i dati più rilevanti e rendere disponibili previsioni future sempre più accurate sugli impatti che il clima può portare sulle infrastrutture. Il cambiamento climatico è infatti un problema serio che richiede un’azione globale intensa e tempestiva, motivo per cui è fondamentale accelerare la collaborazione tra i diversi attori e sfruttare la creatività dell’intero ecosistema di innovazione in tutto il mondo.

Per aiutare tutte le organizzazioni governative e le aziende nel loro percorso verso gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG), IBM ha messo a punto un’offerta specifica che combina servizi di consulenza e soluzioni tecnologiche in grado di supportare i propri clienti in tutte le fasi del proprio “Journey to Sustainability”.

In questo contesto, le Big Tech si trovano ad operare trasversalmente su più fronti, fungendo da punto nodale del Journey to Sustainability per diversi tipi di industry e stakeholders. Questo ci ha permesso di identificare alcuni punti fondamentali su cui le società devono lavorare per raggiungere gli obiettivi dell’Agenda 2030.

Favorire la collaborazione dell’intero ecosistema

Promuovere la collaborazione tra componenti economiche e sociali è essenziale per sviluppare un ecosistema inclusivo fatto di università, startup e centri di ricerca che sia capace di creare nuove soluzioni per migliorare la qualità di vita dell’intera popolazione. Nella maggior parte dei casi, la realizzazione di progetti a supporto della Sostenibilità si ottiene grazie alla cooperazione tra diverse industry che apportano, ciascuna per sua competenza, un elemento di valore. Nel caso per esempio della Transizione Energetica, gli obiettivi di riduzione di CO2 in relazione ai veicoli elettrici diventano implementabili solo se il settore pubblico e privato procedono di pari passo all’installazione delle colonnine di ricarica sul territorio, mentre la società di Distribuzione Elettrica abilita questi punti e le società del settore automobilistico convergono verso la produzione di modelli a ricarica elettrica. Come si evince, lo sviluppo di soluzioni virtuose è possibile solo attraverso la costruzione di un ecosistema in cui tutti gli attori coinvolti collaborano tra loro in modo sinergico.

Questo modello è già presente nei paesi del nord Europa, in cui grazie a una specifica piattaforma realizzata da IBM, enti pubblici come i Comuni contribuiscono all’efficienza energetica mettendo a disposizione il controllo dei consumi di elettricità, in funzione dei momenti di disponibilità di energia rinnovabile da parte dell’operatore elettrico. Anche in questo caso si tratta di un esempio di “Value Chain” trasversale tra diversi settori industriali. Esempi virtuosi di questo tipo saranno replicati anche in Italia e, in particolare, per lo sviluppo delle cosiddette Comunità Energetiche (condomini, aree urbane), che potranno diventare parte attiva nella produzione di energia (Prosumer).

Promuovere la creazione di nuove competenze specializzate su temi di Sostenibilità

Alcuni studi recenti hanno confermato che questa vera e propria rivoluzione industriale verso la Sostenibilità apre scenari inesplorati anche in relazione alle nuove competenze lavorative che saranno richieste sul mercato. Per questa ragione, sviluppatori, data scientist, specialisti UX, insegnanti, studenti, esperti di ambiente e cambiamenti climatici, leader d’impresa e decisori pubblici stanno diventando sempre più figure chiave nei team di co-creazione che disegnano i processi e le soluzioni tecnologiche del futuro. In quest’ottica, oggi sappiamo di poter contare su gruppi di lavoro formati da profili con skills ed esperienze diverse che lavorano per la realizzazione di progetti quali, ad esempio, Call for Code, iniziativa volta ad individuare le idee migliori e formulare applicazioni open-source per contribuire ad affrontare gli effetti specifici dei cambiamenti climatici.

La tecnologia in azione: AI e cloud ibrido per creare un futuro affidabile e sostenibile

I cambiamenti attuali richiedono un approccio olistico che consenta alle imprese di gestire al meglio le attività di reporting e compliance inerenti alle normative sulla Sostenibilità. Recentemente, tra le varie soluzioni che IBM ha realizzato è stata presentata l’IBM Environmental Intelligence Suite, un pacchetto software che combina le ultime innovazioni di intelligenza artificiale e automazione sviluppate da IBM Research con le tecnologie già esistenti per l’analisi meteorologica e geospaziale. Questo strumento si è rivelato un game changer per aiutare organizzazioni pubbliche e private a rispondere ai rischi meteorologici e climatici, facendo leva su capacità predittive e di preparazione alle condizioni climatiche avverse. Parallelamente, la soluzione permette di effettuare una rendicontazione delle emissioni di carbonio grazie a cui le imprese riescono a quantificare l’impronta di carbonio e, di conseguenza, il proprio impatto sull’ambiente. Queste funzionalità sono oggi un asset strategico per le realtà che operano nel retail e che, ad esempio, possono servirsi delle analisi dei rischi climatici per pianificare dove collocare i nuovi magazzini o per proteggere le proprie strutture; lo stesso vale per le aziende del settore energy e utility nel prevedere dove intensificare le infrastrutture critiche e prevenire eventuali crolli.

Nell’ambito della gestione dei dati meteo IBM ha già realizzato una serie di progetti nei quali le informazioni rese disponibili dalla piattaforma IBM The Weather Company sono stati integrati con i dati del cliente per costruire una dashboard utile, per esempio, ad evidenziare situazioni di allerta o rischio sui singoli punti della rete (entro 1 km) legati a condizioni metereologiche avverse, consentendo quindi di aumentare la resilienza dell’asset, ridurre i costi di manutenzione e ovviamente contribuire efficacemente agli obiettivi di sostenibilità. Visti gli impatti del clima su diversi segmenti di mercato e la necessità di incrementare la resilienza di tutte le infrastrutture italiane (quali strade, ponti, linee elettriche, ferrovie, dighe…), soluzioni di questo tipo saranno sempre più necessarie nel prossimo futuro.
Il cambiamento climatico è una realtà. Oggi è quindi indispensabile lavorare in maniera coordinata per far leva su tutta l’innovazione disponibile nell’intero ecosistema al fine di risolvere le sfide più urgenti che la società odierna è chiamata ad affrontare.

Oltre alle conseguenze ambientali, infatti, cresceranno esponenzialmente anche i costi legati ai danni che interesseranno tutto il sistema italiano: secondo la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC), un aumento medio delle temperature di 4 °C arriverebbe a costare il 7-8% del PIL pro-capite entro il 2100 e a farne le spese saranno le fasce più disagiate della popolazione. Intervenire per contrastare i cambiamenti climatici significa anche porre un freno all’amplificazione delle diseguaglianze economiche e sociali.

IBM conferma il proprio impegno continuo nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità e nella pianificazione di investimenti importanti per la creazione di competenze e soluzioni utili a supportare al meglio le imprese sia nel gestire i rischi legati al cambiamento climatico sia più in generale allo sviluppo sostenibile ormai prioritario e inevitabilmente al centro dell’agenda di tutte le organizzazioni – un impegno presentato pubblicamente anche dal CEO Arvind Krishna durante COP26 di Glasgow.

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